giovedì 30 luglio 2009

DICHIARAZIONE FINALE DEI MINISTRI DELL’AGRICOLTURA DEI PAESI G8 Cison di Valmarino, 20 aprile 2009

L’AGRICOLTURA E LA SICUREZZA ALIMENTARE AL CENTRO DELL’AGENDA INTERNAZIONALE

La Dichiarazione dei leader dei Paesi G8 sulla Sicurezza Alimentare, adottata a conclusione del vertice di Hokkaido Toyako (Giappone), svoltosi dal 7 al 9 luglio 2008, ha preso atto degli effetti negativi della crisi alimentare sulle condizioni di vita di milioni di persone nelle varie aree del mondo, ha riconosciuto la necessità di definire misure a breve, medio e lungo termine per fare fronte all’insicurezza alimentare e alla povertà e ha chiesto ai Ministri dell’Agricoltura di sviluppare proposte concrete e condivise sulla sicurezza alimentare mondiale, per prevenire future crisi legate ai prezzi delle materie prime agricole e ai mezzi di produzione.

Noi, i Ministri dell’Agricoltura dei Paesi G8, ci siamo riuniti a Cison di Valmarino (Italia) dal 18 al 20 aprile 2009 e abbiamo adottato le seguenti conclusioni:



• La Dichiarazione del Millennio del 2000 fissa l’obiettivo di ridurre della metà, entro il 2015, la percentuale di persone in condizioni di povertà e denutrizione; il mondo è ancora molto lontano dal raggiungimento di questo traguardo, come dimostrano gli allarmanti dati forniti dai competenti organismi internazionali.

• La Conferenza di Alto Livello della FAO sulla Sicurezza Alimentare Mondiale, svoltasi a Roma dal 3 al 5 giugno 2008, riconferma l’impegno volto al conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio attraverso l’incremento della produzione agricola e risposte alle esigenze immediate delle popolazioni più vulnerabili, con particolare attenzione alle misure per l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici. La conferenza ha richiamato l’importanza delle Linee Guida Volontarie per la progressiva realizzazione del diritto ad una quantità di cibo adeguata nell’ambito della sicurezza alimentare nazionale.
• Le Istituzioni internazionali competenti hanno sottolineato, in successive occasioni, l’urgente bisogno di aiutare i Paesi in via di sviluppo e i Paesi a economia emergente ad espandere la propria produzione agricola e alimentare e ad aumentare gli investimenti, sia pubblici che privati, in agricoltura, nell’agri-business e nello sviluppo rurale. Crediamo si debba fare molto di più per aumentare la quantità e migliorare la qualità della produzione agricola e per dare a tutti la possibilità di avere accesso, economicamente e fisicamente, ad alimenti salubri e nutrienti.
• Sebbene la flessione dell’economia mondiale abbia causato, dall’ estate 2008, un drastico calo dei prezzi di gran parte delle commodity agricole sul mercato internazionale e un calo dei prezzi al consumo per alcuni consumatori, questi prezzi sono, in alcuni paesi, ancora ben al di sopra dei valori minimi precedenti. La gravità dell’attuale recessione economica implica un aumento, rispetto allo scorso anno, del numero di persone in condizioni di povertà e che, di conseguenza, soffrono la fame. Nel medio periodo, i prezzi possono essere condizionati da fattori strutturali e l'aumento della volatilità e della domanda sollevano per il futuro importanti questioni in materia di sicurezza alimentare.

In vista del vertice dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi G8, che si terrà a La Maddalena dall’8 al 10 luglio 2009, e considerando i prossimi eventi internazionali in cui verrà affrontato il tema della sicurezza alimentare, inviamo ai leader mondiali i seguenti messaggi:

1. L'agricoltura e la sicurezza alimentare sono al centro dell'agenda internazionale.
2. E’ essenziale per lo sviluppo sostenibile e per il nostro futuro garantire l’accesso a una quantità adeguata di acqua e cibo. È necessario concentrare l’attenzione su tutte le strategie da attuare e condividere per ridurre la povertà e aumentare la produzione mondiale e per conseguire la sicurezza alimentare, in particolare nei Paesi in via di sviluppo. Dovremmo creare un ambiente capace di incrementare la coerenza delle politiche che riconoscono i legami tra l’agricoltura e le altre politiche come quella per lo sviluppo, la salute, quella economica, finanziaria, monetaria, per il commercio, per l’ambiente, le foreste, la pesca, l’istruzione, il lavoro e le politiche sociali.
3. Sottolineiamo l'importanza di aumentare gli investimenti pubblici e privati nell’agricoltura sostenibile, nello sviluppo rurale e nella protezione ambientale, in cooperazione con le organizzazioni internazionali. È essenziale affrontare l’impatto dei cambiamenti climatici e assicurare la gestione sostenibile dell’acqua, delle foreste e delle altre risorse naturali, tenendo conto della crescita demografica.
4. Sottolineiamo l'importanza di solide politiche agricole e strategie concrete per sostenere gli investimenti a livello nazionale, regionale e globale. Le politiche e le strategie devono essere sviluppate in maniera inclusiva, coinvolgendo tutti i principali attori del settore, comprese le organizzazioni degli agricoltori, e basarsi su statistiche affidabili. In Africa, il Programma Globale di Sviluppo Agricolo dell'Africa (CAADP) abbraccia questi principi e merita il nostro appoggio.
5. Chiediamo un maggiore sostegno, che comprenda gli investimenti, nell’ambito della scienza e ricerca, tecnologia, istruzione, divulgazione e innovazione in agricoltura. Ci impegniamo anche per una sempre maggiore condivisione con gli altri Paesi di tecnologie, processi e idee per aumentare le capacità delle istituzioni nazionali e regionali e dei governi e per promuovere la sicurezza alimentare. Questi sforzi sono fondamentali per aumentare la produttività agricola sostenibile e lo sviluppo rurale in ciascun Paese, secondo le differenti realtà agricole, nel rispetto della biodiversità e migliorando l’accesso al cibo, lo sviluppo socio-economico e la prosperità. Noi continueremo a sostenere la capacity building nei paesi in via di sviluppo, rivolta agli standard sanitari e fitosanitari, al fine di facilitare l’accesso al mercato e soddisfare le richieste del consumatore.
6. Gli agricoltori devono essere i protagonisti del settore agricolo. L'agricoltura deve rispondere ai bisogni dei cittadini in materia di sicurezza e salubrità alimentare, producendo cibi salubri e nutrienti che soddisfino la domanda del consumatore e non deve essere soggetta agli effetti negativi delle distorsioni commerciali. Occorre monitorare ed effettuare ulteriori analisi sui fattori che, potenzialmente, possono determinare la volatilità dei prezzi delle materie prime agricole, inclusa la speculazione.
Va incoraggiata una strategia coordinata a livello internazionale finalizzata a migliorare l’efficienza delle filiere agroalimentari.
Dobbiamo intraprendere azioni volte a ridurre gli sprechi lungo le filiere nei Paesi in via di sviluppo, in particolare quelle post-raccolta, al fine di evitare le perdite al fine di diminuire le quantità di materie prime che sono richieste dalle catene alimentari e per migliorarne l’igiene, la salubrità e il potere nutrizionale. Occorre sostenere analoghi sforzi per ridurre gli sprechi nei Paesi industrializzati.
Dobbiamo sostenere gli effetti benefici della globalizzazione e dell’apertura dei mercati, evidenziando l’importanza di rifiutare il protezionismo e di incoraggiare lo sviluppo dei mercati agricoli integrati a livello locale, regionale e internazionale.
Sottolineiamo l'importanza di un sistema di commercio internazionale dei prodotti agricoli basato su regole certe e ci impegniamo per il raggiungimento di una conclusione equilibrata, globale e ambiziosa del Doha Round.
7. Desideriamo sostenere il ruolo di mercati ben funzionanti come mezzo per migliorare la sicurezza alimentare. Continueremo a esplorare varie opzioni in merito a un approccio coordinato per la gestione degli stock. Rimandiamo alle maggiori istituzioni internazionali il compito di esaminare se il sistema di gestione degli stock possa essere efficace nell’affrontare le emergenze umanitarie o come strumento per limitare la volatilità dei prezzi. Questi organismi dovrebbero esaminare, in particolare, la fattibilità e le modalità amministrative di questo sistema. Alla luce dei risultati, verranno esaminate le nuove iniziative da prendere e valutata la necessità di stabilire un ampio processo di consultazione.
8. Dobbiamo porre l’agricoltura e lo sviluppo rurale al centro della crescita economica sostenibile insieme alle altre politiche, rafforzando il ruolo delle famiglie agricole e dei piccoli agricoltori e il loro accesso alla terra in molte aree del mondo, rafforzando il ruolo delle donne, l’uguaglianza di genere e i giovani agricoltori. La sicurezza alimentare richiede anche politiche mirate per garantire l’effettiva gestione e l’uso sostenibile delle risorse naturali, coinvolgendo le comunità locali nel rispetto delle loro identità. Questo modello di crescita risponde anche ai requisiti delle aree rurali meno sviluppate dove bisogna aumentare la produzione locale sostenibile. Bisogna prestare attenzione alle operazioni di leasing e vendita di terreni agricoli nei Paesi in via di sviluppo per assicurare che siano rispettate le condizioni locali e tradizionali di uso della terra.
9. La produzione di energia rinnovabile da biomasse, e i relativi investimenti, devono essere aumentati in modo sostenibile attraverso una combinazione bilanciata tra le necessità delle politiche energetiche e la produzione agricola, in modo da fornire una risposta ai nostri fabbisogni energetici, economici, ambientali, agricoli e non compromettere la sicurezza alimentare. Le politiche dovrebbero incoraggiare una produzione e un consumo di bio-carburante sostenibile per l’ambiente, promuovendone i benefici e riducendo qualunque potenziale rischio, con una forte attenzione per lo sviluppo e la commercializzazione di bio-carburanti di seconda generazione, secondo l’approccio delineato dalla Dichiarazione della Conferenza di Alto Livello sulla Sicurezza Alimentare Mondiale di giugno 2008.
10. Gli agricoltori necessitano di meccanismi adeguati per la gestione dei rischi e delle crisi di mercato. I sistemi nazionali e internazionali di previsione e gestione delle statistiche agricole e i meccanismi di pre-allerta, devono essere potenziati e meglio coordinati per anticipare ed evitare crisi future. Dobbiamo garantire che le istituzioni e le organizzazioni internazionali competenti siano in grado di affrontare le nuove sfide.
11. Ci impegniamo per la piena realizzazione della riforma in atto del sistema internazionale per la sicurezza alimentare, inclusa la FAO e gli altri organismi internazionali competenti, come il CGIAR. Sollecitiamo gli altri Stati membri e tutte le componenti del sistema ONU, a sostenere questo sforzo. Aumentare la centralità della FAO e l'efficacia della sua attività è cruciale alla luce delle sfide che ci troviamo ad affrontare nel rafforzare la sicurezza alimentare. Confermiamo nuovamente il nostro appoggio ad una radicale riforma e al rilancio del Comitato sulla Sicurezza Alimentare in ambito ONU nel 2009.
12. Sottolineiamo il nostro appoggio alla definizione del processo consultivo e alla rapida costituzione della Global Partnership, secondo gli orientamenti forniti dalla Dichiarazione finale del Vertice G8 di Hokkaido Toyako. Questa Partnership avrà un approccio coerente, impegnando tutte le parti e rafforzando le strutture e le istituzioni esistenti. Dovrebbe essere dotata di una dimensione politica mondiale volta a un migliore coordinamento e a una maggiore coerenza delle strategie e delle politiche internazionali che hanno un impatto sulla Sicurezza Alimentare Mondiale. All’interno della partnership, una rete globale di esperti di alto livello sull’agricoltura e sull’alimentazione, dovrà provvedere ad effettuare analisi scientifiche e a evidenziare i fabbisogni e i rischi futuri.
Guardiamo al Vertice de La Maddalena come un ulteriore passo avanti per affrontare i problemi dell’agricoltura e della sicurezza alimentare mondiale e per avanzare nella Global Partnership.
13. Riconfermiamo il nostro sostegno al ruolo di coordinamento svolto dalla Task Force di Alto Livello sulla Crisi Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite, presieduta dal Segretario Generale dell'ONU, e al Comprehensive Framework for Action (CFA), che comprende le misure d’emergenza e le iniziative per assicurare capacità di ripresa e sostenibilità.

- Ci impegniamo ad utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per ridurre gli effetti negativi dell’attuale crisi finanziaria sulla povertà e la fame, a rafforzare e incoraggiare un’agricoltura e produzione alimentare sostenibile, ad aumentare gli investimenti in agricoltura e nella ricerca, a evitare la concorrenza sleale, le distorsioni del commercio agricolo, incluse le misure restrittive all’export, come concordato in ambito G20.
La rinnovata centralità dell’agricoltura può avere impatti significativi su altre politiche, specialmente quelle relative alla salute, attraverso la lotta alla fame e alla malnutrizione e le politiche ambientali, inclusa una gestione sostenibile delle risorse naturali.

- Ribadiamo la nostra determinazione a sconfiggere la fame e garantire alle generazioni presenti e future l’accesso ad alimenti salubri, sufficienti e nutrienti.



Cison di Valmarino, 20 aprile 2009

mercoledì 22 luglio 2009

Rafforzata l'Agricoltura Sociale nella Politica di Sviluppo Rurale: soddisfazione della Rete Fattorie Sociali

Riguardano anche l’Agricoltura Sociale le modifiche apportate dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali al Piano Strategico Nazionale per lo Sviluppo Rurale, al fine di adeguarlo alle decisioni scaturite dell’accordo sull’ Health Check.

E’ stato, infatti, previsto che, nell’ambito dell’azione-chiave volta ad ammodernare le imprese agricole e migliorarne le performance ambientali, una particolare attenzione dovrà essere rivolta alle forme di gestione dei fattori produttivi in grado di accrescere le capacità di inserimento lavorativo di persone svantaggiate.

E’ stata inoltre individuata, tra i nuovi fabbisogni del settore agricolo e agroindustriale, anche la realizzazione di apposite azioni di commercializzazione, marketing e informazione verso i consumatori riguardanti i prodotti provenienti dall’Agricoltura Sociale.

Si è infine inserito tra le priorità per i Poli urbani il sostegno alle iniziative di Agricoltura Sociale rivolte a soddisfare la domanda di servizi socio-sanitari e socio-assistenziali proveniente dalle popolazioni urbane.

La Rete Fattorie Sociali esprime soddisfazione perché il documento del MIPAAF ha accolto pienamente le proprie proposte e chiede che, nel negoziato aperto con la Commissione Europea, il nostro Paese difenda ora con convinzione le modifiche apportate al PSN, le quali permettono all’Agricoltura Sociale di esprimere meglio le sue potenzialità nell’interesse dei soggetti deboli e di tutti i cittadini.



mercoledì 1 luglio 2009

ZANNINI (ACLI TERRA) E LOIODICE (UNAPOL) AD ASSISI CON ZAIA

Ad Assisi, alla cerimonia di ringraziamento presso la Basilica di San Francesco, promossa dal Ministro Zaia per sottolineare il valore straordinario dell’approvazione del Regolamento Europeo che impone l’etichettatura dell’olio vergine ed extravergine d’oliva, sarà presente anche una delegazione di Acli Terra, con il Presidente Nazionale Michele Zannini, e una delegazione di UNAPOL (Unione Nazionale Produttori Olio), con il vice presidente dell’Associazione, Tommaso Loiodice, per attestare l’apprezzamento delle Acli per un evento tanto auspicato ed atteso.
L’etichettatura dell’olio, che i produttori di Acli Terra ed UNAPOL sperano con fiducia sia estesa a tante altre produzioni, tipiche dell’agricoltura italiana, è il primo modo che consente di accertare la tracciabilità dei prodotti contro ogni fenomeno di contraffazione e di truffa.
Ma è anche, per il Presidente Zannini, una formidabile opportunità per promuovere biodiversità e produzioni tipiche locali, dando garanzie di correttezza e di trasparenza ai consumatori e il riconoscimento economico che merita un tipo di agricoltura italiana, danneggiata da logiche aggressive di mercato.
Il comparto olivicolo è molto importante per l’economia italiana e particolarmente lo è per l’agricoltura meridionale e merita, pertanto, questo risultato come la prima vera opportunità di riconsiderazione, anche sul piano economico, del valore impareggiabile delle nostre produzioni di olio.