Michele Zannini, Presidente nazionale di Acli Terra, ha preso parte alla Tavola rotonda sul tema “Legalità e sicurezza in agricoltura”, promossa dall’ALPA, a Firenze, tra le attività organizzate in occasione degli eventi di “Terra Futura”.
Con il Presidente Zannini e con Antonio Carbone, Presidente nazionale dell’ALPA, si sono confrontati Francesco Galante, Responsabile della comunicazione di Libera Terra, e Patrizia Colletta, della Presidenza della “Fondazione Cloe”, che, in apertura, ha illustrato i risultati del “Primo rapporto sulla legalità e la sicurezza in agricoltura”, pubblicato da qualche mese dalla stessa Fondazione.
Nel suo contributo, il Presidente di Acli Terra, dopo aver segnalato come l’intero settore agricolo è interessato da forme molteplici di ingerenza delle organizzazioni criminali, che minacciano la sicurezza alimentare ed alterano soprattutto una libera competizione tra le imprese ed i processi stessi più generali del mercato, ha dichiarato:
“I fenomeni di illegalità in agricoltura hanno ormai una diffusione nazionale; condizionano profondamente il mercato del lavoro ed i fattori della commercializzazione. La criminalità, sia quella tradizionale che quella moderna, impone il proprio controllo alle filiere produttive ed ai processi di organizzazione dei fattori della produzione e della distribuzione: materie prime, servizi, imballaggi, confezionamenti, trasporti, facchinaggi sono generalmente controllati”.
Ma la dimensione più rilevante, nella presente fase della pervasione illegale, riguarda l’assetto di catene distributive di notevole rilievo e il complessivo contesto del mercato fondiario.
Spesso, famiglie storiche di contadini cedono la propria terra a gruppi criminali che l’acquistano per riciclare capitali, ma anche per costituire, su estesi latifondi agricoli, i requisiti necessari per aver titolo a premi, a contributi e finanziamenti regionali, nazionali ed europei.
“A fronte dunque di un fenomeno di illegalità tanto esteso, sostanzialmente di tipo ambientale, nell’accezione più ampia del termine, non basta - per Zannini - sperare negli effetti correttivi del superamento della crisi presente dell’economia e dell’agricoltura; serve costituire una nuova grande convenzione, popolare e democratica, sul modello e sul ruolo che deve svolgere l’agricoltura a livello locale e planetario, oltre la crisi di sistema congiunturale”.
Esiste, per Zannini, una “questione agricola” che va affrontata attraverso nuove decisioni politiche, strategiche, di programmazione e di spesa pubblica, disposte a premiare comportamenti e progetti aziendali e territoriali giustificati da un’idea dello sviluppo rurale orientata ad esaltare tutte le potenzialità locali: tutte le possibilità, ad esempio, di mettere in campo il valore delle energie rinnovabili, di salvaguardare le biodiversità, di tutelare il suolo, l’acqua ed il clima, di aiutare le persone, e soprattutto i giovani, a rimanere in campagna, per difendervi le tradizioni di comunità locali insostituibili ed essenziali.
Ma anche le possibilità di un nuovo rapporto, corto, se non diretto, tra produttori e consumatori, tra campagna e città, per riproporre il valore di stili di vita e di consumo fondati su comportamenti di sobrietà e di equità.
Di qui la necessità, per Acli Terra, di concorrere, oltre qualsiasi semplificazione ideologica, ad una visione nuova, politicamente rifondata, dell’agricoltura, innervata, oltre che di necessarie giustificazioni economiche, da un modello ispirato culturalmente ed eticamente alla riconsiderazione del valore non negoziabile dei territori e delle persone.
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