lunedì 31 maggio 2010

Acli Terra: oltre i tagli, scelte di rilancio dell’agricoltura italiana

La manovra di contenimento della spesa sta rivelando, giorno dopo giorno, sempre più chiaramente i termini della sua particolare durezza: è pesante quanto serve a contrastare una crisi finanziaria dalle proporzioni impreviste, o comunque non riconosciute fino a qualche mese fa.
La gravità della fase è tale da far temere nel comparto agricolo ed agroindustriale riflessi economici, e perfino sociali, molto negativi, oltre le ragioni della congiuntura.
Per Acli Terra il rigore, ancorché necessario, va gestito con equità, evitando ingiustizie e privilegi, mentre è fondamentale, contestualmente, compiere scelte per sostenere lo sviluppo e la competitività delle imprese.
L'agricoltura italiana, e principalmente le imprese familiari, non sopporteranno altri sacrifici, costrette, come sono già da molto tempo, a misurarsi con costi produttivi, contributivi e burocratici eccessivi.
Se mancano, accanto alle scelte di contenimento della spesa, azioni decisamente riformatrici, proiettate allo sviluppo di una economia essenziale come quella agricola, si va verso una prospettiva che deprime le fondamentali capacità di autopromozione dei territori e delle comunità locali e spinge verso esiti di impoverimento e di abbandono generalizzati ed incontrollabili.
L'agricoltura sta pagando costi altissimi ad una crisi economica e finanziaria che falcidia ormai senza limiti redditi e sicurezze sociali, essenziali per pezzi della nostra società meno garantiti.
“È tempo – per Michele Zannini, Presidente nazionale di Acli Terra – di assumere scelte strategiche finalizzate a rimettere in moto il nostro complessivo sistema economico per rilanciare decisamente lo sviluppo e l’occupazione e, contestualmente, confermare una visione di società che ponga al centro i valori di solidarietà e di mutualità che qualificano la storia più apprezzabile delle nostre comunità locali”.

martedì 4 maggio 2010

Acli Terra chiede al Governo una riconsiderazione del SISTRI.


Il Consiglio dei Ministri, con uno specifico Decreto Legge, ha differito dal 30 aprile al 30 giugno il termine di scadenza per la presentazione del MUD, il modello unico di dichiarazione ambientale.

La notizia allenta la pressione burocratica su almeno 600mila imprese interessate, obbligate a presentare il MUD utilizzando modelli nuovi, apparsi in Gazzetta Ufficiale solo due giorni prima della scadenza del 30 aprile e, per giunta, sbagliati.

La circostanza dovrebbe indurre il Governo a riconsiderare, in maniera organica e tempestiva, anche le prossime scadenze del 13 luglio e del 12 agosto.

Alle due date sono associati gli adempimenti specifici, rispettivamente per le imprese più grandi e per quelle più piccole, richiesti dal SISTRI, sistema di controllo elettronico della tracciabilità della filiera dei rifiuti speciali.

Anche per queste scadenze è auspicabile una proroga per attivare una fase di opportuna informazione alle imprese, soprattutto quelle più piccole, costrette a gestire procedure troppo complesse ed eccessivamente onerose; tutto il contrario di quella che dovrebbe essere una pratica di semplificazione amministrativa, tante volte annunciata, ma poi, puntualmente, tradita, come in questo caso.

Le imprese non dispongono di un manuale operativo, né di un regolamento di applicazione, mentre avrebbero bisogno di un periodo ponte, tra il MUD e il SISTRI, di informazione e di formazione, adeguato alle esigenze fondamentali di adattamento alle nuove procedure e di apprendimento delle stesse, per gli effetti conseguenti, sia operativi che economici.

Non è affatto scontata la semplicità del passaggio dall’attuale sistema cartaceo ad un procedimento innovativo, di struttura eminentemente informatica.

Il progetto di una piattaforma informatica di controllo della tracciabilità dei rifiuti, nel segno della trasparenza, della legalità e del rispetto dell’ambiente, è assolutamente condiviso per gli effetti positivi che il completo monitoraggio della filiera dei rifiuti produrrà sulla salvaguardia dell’ambiente.

Tuttavia le procedure risultano complesse e perfino farraginose, fino a determinare per le imprese il rischio di incorrere in errori, e dunque in sanzioni, oltre ogni colpevole intenzione.

Per Acli Terra un’applicazione più graduale del nuovo sistema e, ancor più, l’adozione di procedure ulteriormente semplificate e prive di oneri a carico delle imprese più piccole, assicurerebbe un successo all’iniziativa forte soprattutto del maggiore coinvolgimento delle stesse imprese.