venerdì 29 maggio 2009

Centro servizi sociali Acli a Vitulazio. Verso il Punto Famiglia

Sabato 21 febbraio 2009, con inizio alle ore 15 e 30, nel Comune di Vitulazio (Caserta), presso l'Auditorium della Parrocchia di Santa Maria dell'Agnena, si è tenuta una manifestazione per inaugurare un Centro di Servizi Sociali, che la Parrocchia di Vitulazio riceve in donazione da una benefattrice, Minuccia Scialdone.
Grazie alla preziosa iniziativa del suo Parroco, Don Pietro Lagnese, il complesso è stato ristrutturato, fino a configurarsi come una sorta di Segretariato sociale, pensato espressamente per offrire una serie di servizi al territorio, mettendo in rete competenze e disponibilità volontarie e gratuite di diverse Associazioni presenti.

Nel contesto, alle Acli di Caserta viene affidato uno spazio specifico, dove attiveranno innanzitutto tutti i servizi del loro Patronato ed uno Sportello per gli immigrati, ma anche servizi agli agricoltori ed ai pensionati ed iniziative particolari che risultano propedeutiche alla organizzazione in futuro di un "Punto Famiglia".

Nella scaletta della manifestazione si sono susseguiti: l’intervento del Moderatore Dott. Savino Compagnone, Sociologo; I saluti del Prof. Luigi Romano, Sindaco del Comune di Vitulazio; l'introduzione del Parroco, Don Pietro Lagnese; alcuni brevi interventi dei soggetti sociali che animeranno il centro, tra cui quelli: - del Dott. Vincenzo Abbracciamento, per il Coordinamento dei Centri terapeutici della Comunità Emmanuel; - di un rappresentante dell’Associazione “Alcolisti Anonimi”.una relazione di Michele Rizzi, come evento più significativo, nella qualità di Vice Presidente Nazionale Vicario delle Acli e di Presidente Nazionale del Patronato delle Acli, sul tema "dal territorio...la missione sociale delle Acli".

Michele Zannini, Presidente provinciale delle Acli di Caserta, ha introdotto Michele Rizzi, che ha sviluppato una specifica riflessione sulla visione e sulla missione sociale delle Acli. L’idea forza che qualifica la presenza delle Acli è quella di concorrere, con altri soggetti dell’associazionismo, alla condivisione di un progetto sistemico di servizi e di iniziative sociali che, complessivamente, devono tendere a valorizzare la centralità della famiglia.

Nella presente delicata congiuntura economica, sociale, ma anche etico - culturale, la famiglia ha particolarmente bisogno di essere sostenuta nel suo protagonismo civico e di essere riconosciuta nella sua essenziale, insostituibile funzione da parte delle istituzioni pubbliche, della società civile e del mondo economico.

Sul piano delle politiche per la famiglia, da quelle fiscali a quelle sanitarie, sociali, abitative e del lavoro, le Acli registrano i tratti di un modello di stato sociale frammentato e disarticolato, non integrato, poco efficace e certamente lontano dalle esperienze di welfare più avanzate e moderne di diversi Paesi Europei.

Sul complesso delle straordinarie risorse materiali ed immateriali disponibili con peculiari specificità nei territori, principalmente quelle relazionali, le Acli contano per ricomporre una trama di iniziative, di progetti e di servizi per fare della promozione sociale un’ autentica opportunità di promozione umana e civile. Il Vescovo di Capua, mons. Bruno Schettino, concluderà i lavori.

Vitulazio è una splendida cittadina situata all'uscita dell'autostrada di Capua.


Vitulazio

martedì 26 maggio 2009

BIODIVERSITÁ E PRODOTTI TIPICI DELL’AREA BRADANICA

BIODIVERSITÁ E PRODOTTI TIPICI DELL’AREA BRADANICA

Convegno Di Acli Terra In Basilicata - Maggio 2009

Presso l’Azienda agrituristica “Lama di Palio”, in Agro di Pomarico, nell’Area Bradanica, Acli Terra della Basilicata ha inaugurato un Museo vegetale storico-naturalistico.

Acli Terra, con l’occasione, ha promosso un Convegno dal tema: “Biodiversità e prodotti tipici”; l’iniziativa è parte di un progetto dal titolo: “Caratterizzazione dei percorsi di tipicità dell’Area Bradanica”, nato dalla collaborazione tra il GAL Bradanica, il CNR-Istituto di Genetica Vegetale, il Centro Tematico per la Difesa della Biodiversità Vegetale Mediterranea ed Acli Terra, che, sul territorio, ha realizzato una struttura per la conservazione delle biodiversità e la valorizzazione del patrimonio rurale.

A conclusione del dibattito, il Presidente nazionale di Acli Terra, Michele Zannini, ha dichiarato che esiste una questione dell’agricoltura che si ripropone nel passaggio tra tradizione e modernità.

È fondamentale, oggi, riposizionare le politiche agricole, tuttora ancorate ad un ambito strettamente settoriale, in una nuova prospettiva in cui gli aspetti settoriali si saldino strettamente con quelli territoriali.

Per Zannini, da una politica di spesa pubblica, che finanzia ancora principalmente attributi di status, bisogna passare ad un nuovo orientamento che incentivi e sostenga, in maniera sellettiva, comportamenti, cioè progetti aziendali e territoriali.

Nella presente fase di passaggio della politica comunitaria dall’asse uno, delle politiche di mercato, al due, delle politiche per lo sviluppo rurale e del territorio, e, finalmente, all’asse tre, della sicurezza degli alimenti, della qualità e della tutela dell’ambiente e, dunque, del miglioramento della qualità della vita e della diversificazione economica delle aree rurali, lo sviluppo rurale deve essere necessariamente concepito come sviluppo integrato, incarnato su imprese agricole multifunzionali.

L’impresa è di più dell’azienda: ha una visione strategica, pianifica lo sviluppo, si integra necessariemente sul territorio.

Per l’Assessore regionale all’agricoltura ed all’economia montana, On. Vincenzo Viti, gli attori principali del sistema di sviluppo rurale della Basilicata sono i Gal (Gruppi di azione locale), ma occorre rilanciarli, affinché siano sempre più funzionali e in grado di leggere quello di cui necessita il territorio.

Il sostegno della Regione Basilicata alle aree rurali, secondo l’Assessore Viti, dovrà realizzarsi con il coordinamento del massimo Ente territoriale e coinvolgendo le realtà locali, per mettere in rete le aree rurali, oltreché incentivare lo scambio di esperienze tra i Gal e i loro Psl (Piani di sviluppo locale); azione, questa, fondamentale per il successo dei programmi che saranno adottati nei prossimi anni.

L’Assessore ha apprezzato molto il lavoro di Acli Terra e ha assicurato il suo sostegno ad una iniziativa nazionale che Acli Terra intende promuovere sul tema specifico dello “Sviluppo della rete delle fattorie sociali”, nell’ottica di sostenere le esperienze di agricoltura multifunzionale, invitando espressamente il Presidente Zannini a programmare l’iniziativa in terra di Basilicata.

Acli Terra sui lavori del G8 Agricolo

È fondamentale, per Acli Terra, affermare la consapevolezza di una crisi alimentare che, a livello mondiale, divide popolazioni e forze sociali in relazione alle opportunità di cui esse dispongono sul drammatico confine dell’autosufficienza alimentare. La crisi impoverisce certamente le fasce più deboli della popolazione mondiale ed i paesi più poveri, che dipendono da quelli più sviluppati, innanzitutto perché non sono in grado di provvedere autonomamente al sostentamento primario delle popolazioni.

Il dibattito sulla qualità delle produzioni agricole, dei sistemi agroalimentari di riferimento, e dei relativi modelli di organizzazione comunitaria e sociale, che li caratterizzano, acquisisce, nel vivo delle attuali, drammatiche contraddizioni di una globalizzazione senza governance democratica, una nuova straordinaria centralità, un nuovo primato che dovrà riconoscere ed assegnare compiti nuovi al mondo agricolo.

Per Acli Terra, convenire, secondo principi di democrazia, di sussidiarietà e di solidarietà universali, ad affermare diritti fondamentali al cibo ed alla sicurezza alimentare, significa ridefinire un ruolo strategico per il comparto agricolo nel suo complesso e significa altresì stare dalla parte di quanti scelgono di mettere in discussione ingiustizie e squilibri che la crisi finanziaria globale ha brutalmente evidenziato.

Si tratta innanzitutto di riconoscere il ruolo fondamentale del comparto agricolo, che ripropone, in maniera non più rinviabile, la questione della governance globale dell’agricoltura e della sovranità alimentare, mentre risulta del tutto evidente che sono improponibili ed impraticabili soluzioni di neomercantilismo e di neocolonialismo.

Al centro di una nuova visione di una prospettiva di “neoumanesimo rurale” deve tornare il protagonismo dei territori e delle persone che lavorano in agricoltura e vivono la dimensione rurale, non solo per esigenze immediatamente economiche, ma anche per una scelta esistenziale, per una peculiare concezione anche della qualità della vita.

Si tratta di dar campo ad una visione culturale nuova, proiettata anche eticamente a contrastare speculazioni e sfruttamenti che sostengono antiche e nuove dipendenze tra pezzi differenti di società e tra aree del mondo, che hanno sempre minacciato la pace e la sicurezza globale.

In questa direzione va altresì affermata la volontà chiara di riconsiderazione del valore sociale, oltre che economico, di un modello di agricoltura di scala familiare, costituito su persone che conservano e valorizzano le risorse naturali, proteggono pratiche e culture di alimentazioni legate alle specificità e varietà dei territori, soddisfano bisogni alimentari fondamentali, tutelano stili di vita e di consumo a misura d’uomo, proteggono gli spazi rurali, ambientali e paesaggistici come beni sociali e comunitari.

Acli Terra pensa che il G8 agricolo debba rilanciare una forte idea di sviluppo agroalimentare autocentrato, proteso a valorizzare le risorse locali di tutte le aree del mondo, in Europa come in Africa, o nelle Americhe, nell’ottica di fare della sovranità alimentare un meccanismo di effetto politico reale, in grado di spezzare le nuove dipendenze internazionali che derivano da un ingiusto assetto economico mondiale che assegna a pochi soggetti politici e istituzionali il potere di decidere sulla testa e sulle sofferenze di milioni di attori sociali che vivono un loro drammatico disagio quotidiano perfino sul piano immediatamente esistenziale.

Il ruolo dell’Europa, in questa direzione, sarà fondamentale, a misura però di una scelta per la quale essa intenda riaffermare con forza le ragioni della sua originaria costituzione di soggetto portatore di sviluppo e di pace, attraverso politiche di cooperazione, e di garante del riconoscimento dei diritti fondamentali di tutte le comunità, a livello mondiale.

Sovranità alimentare vorrà dire allora che tutti i popoli e le nazioni avranno diritto a praticare le proprie scelte di politiche agroalimentari, nella consapevolezza, tuttavia, di una interdipendenza globale, per cui sarà certo un diritto per ogni popolo poter provvedere liberamente a se stesso, ma sarà altresì dovere indispensabile di tutti curare processi di integrazione economica a livello regionale e globale.

L’Europa si è assegnato un tale progetto all’atto stesso della sua costituzione, e all’atto della promozione di una politica agricola comunitaria che doveva garantire, oltre che autosufficienza alimentare, diritti e pace.

In questa prospettiva Acli Terra pensa ad un’agricoltura che esprima tutte le sue capacità multifunzionali, destinata sicuramente a produrre i beni ed il cibo necessari, caratterizzata da un forte radicamento territoriale e da una scelta di qualificazione della tipicità delle sue produzioni, ma pensa anche ad un ruolo proprio di un’agricoltura a dimensione territoriale e familiare, che tuteli l’ambiente, protegga le risorse naturali, assuma l’acqua, la terra ed il clima come beni fondamentali del creato, in grado di contribuire a sviluppare nuove e più moderne economie rurali.

Una prospettiva, in definitiva, che assegna un primato fondamentale ad un modello sociale dell’agricoltura, oltre che ad un suo ruolo immediatamente produttivistico.

Acli Terra riafferma, in questa ottica, le preoccupazioni che ha sempre espresso sulle convenienze ad ottenere energia dai cosiddetti biocarburanti, a difesa dei quali veri e propri potentati multinazionali inducono i paesi più poveri ad espandere le coltivazioni di cereali, destinate alla produzione di bioenergie, sottraendo così enormi quantità di terre alle coltivazioni di cereali per usi alimentari.

Nondimeno, Acli Terra ribadisce le preoccupazioni sempre rappresentate relative al rischio di mitizzazione delle biotecnologie e del ricorso alle colture di OGM.

L’una e l’altra esperienza hanno dimostrato di non essere in grado di risolvere i problemi della fame nel mondo, la cui vera, drammatica dimensione, etica e politica, più che dalla disponibilità complessiva di cibo, dipende principalmente dalla distribuzione ingiusta delle capacità di cui dispongono i popoli di provvedere da se stessi alle proprie esigenze di sopravvivenza. Torna dunque fondamentale il tema della democrazia e del governo democratico di tutte le incombenze economiche e sociali della globalizzazione.

Michele Zannini sulla crisi dell'olivicultura.

Al termine della riunione del tavolo olivicolo, convocato presso il Mipaaf, il Presidente nazionale di Acli Terra, Michele Zannini, ha commentato l’incontro con il Ministro Zaia rappresentando soddisfazione per l’attenzione manifestata al quadro di sofferenze rappresentato da tutte le Associazioni professionali e di categorie del comparto olivicolo presenti, ma ha altresì rilevato l’estrema cautela del Ministro, che non ha soddisfatto le aspettative di quanti speravano in interventi tesi a contrastare con immediatezza la drammatica emergenza. Per Zannini serve uno sforzo eccezionale per arrestare un processo di declino che viene da lontano e da una irresponsabile sottovalutazione del comparto. Produrre olive buone ed olio di elevata qualità in Italia non è remunerativo. E’ questo il paradosso di un mercato senza regole che penalizza la qualità e premia le sofisticazioni. In alcune zone d’Italia l’olivicoltura è un patrimonio economico insostituibile, la cui erosione produce effetti sociali gravissimi: disoccupazione, soprattutto giovanile, e voglia di abbandono delle campagne. Servono misure urgenti per restituire fiducia e slancio ai produttori ed ai lavoratori, quali sono emerse dal confronto con il Ministro sul fronte della defiscalizzazione degli oneri sociali, di una regolamentazione seria del mercato, imponendo e pretendendo l’etichettatura dei prodotti per una loro immediata tracciabilità. Informazione ed educazione alimentare restano scelte strategiche di rilancio dell’economia olivicola in un contesto organico di controlli e di provvedimenti repressivi di abusi e di sofisticazioni, che diano lustro alla superiore qualità del prodotto, in particolare dell’extravergine, e, di conseguenza, ne riconoscano il valore.

mercoledì 13 maggio 2009

L’agricoltura di qualità per il rilancio dell’Abruzzo

Il Presidente Nazionale di Acli Terra, Michele Zannini, concluderà, con il suo intervento, il prestigioso convegno, organizzato e promosso da Copagri, “L’agricoltura di qualità per il rilancio dell’Abruzzo”, che si terrà a Chieti il prossimo 10 Maggio. Il programma dell’evento, incentrato su tematiche specifiche relative alla produzione agricola, alle risorse climatiche, alla sostenibilità e alla promozione del territorio, si articolerà in una serie di comunicazioni e dibattiti, introdotti dal Presidente Provinciale di Copagri, Camillo D’Amico, e moderati dal Presidente Regionale di Acli Terra Abruzzo, Mimmo D’Alessio. Il contributo del Presidente Zannini rappresenta un importante valore aggiunto al dibattito sul rilancio dell’Abruzzo, data la rilevante attenzione rivolta, da parte di Acli Terra, alla centralità delle persone e dei territori, in modo particolare in un contesto come quello dell’Abruzzo, recentemente colpito dal sisma, i cui effetti devastanti si sommano inevitabilmente a quelli della crisi generale che investe tutto il Paese. Ai rischi che comporta questo stato di allerta, relativi al deficit nel comparto economico e alle problematiche sociali legate alla possibilità di rinascita e ricostruzione di un territorio, Acli Terra ritiene possibile porre rimedio grazie alla promozione ed alla valorizzazione delle biodiversità, in virtù di una peculiare attenzione alle tipicità locali, alle energie rinnovabili e ad una sempre più positiva rivalutazione degli aspetti sociali e culturali dell’ambiente rurale.